La differenza tra guardare e vedere, tra sentire e ascoltare.
Il Ragazzo Invisibile, l’ultima pellicola del Premio Oscar Gabriele Salvatores, indaga l’adolescenza di Michele Silenzi, tredicenne triestino, vittima di un’età difficile in cui la sua voce (omen nomen) è spesso coperta da quella dei coetanei “bulli” e la sua fisicità viene poco considerata dalla ragazzina del suo cuore (Stella).
Se in Italia i film per adolescenti sono relegati spesso a sentimentalismi non consigliabili a chi supera i 16 anni, o a “drammoni” familiari poco indicati a chi ne ha meno di 40, Salvatores decide di esplorare il mondo adolescenziale con un genere estraneo alle produzioni italiane: il fantasy dei supereroi.
Il risultato finale non è solo un fantasy drama sui generis, bensì un brillante progetto firmato Indigo Film e Rai Cinema, che si rivela cross mediale, così come cross generazionale. Sì, cross mediale perché generati dal ventre creativo della pellicola nascono un fumetto e il romanzo. Anche le musiche hanno una genesi alternativa. Il Ragazzo Invisibile ripete infatti l’esperienza di cinema partecipativo sperimentato da Salvatores in Italy in a Day: alcuni dei brani, sono state scelti grazie a un concorso tra giovani musicisti indipendenti.
Cross generazionale perché si tratta di una pellicola che si presta a diversi livelli di lettura, per un pubblico davvero ampio.
Michele Silenzi (Ludovico Girardelli), ragazzino poco brillante, scoprirà di riuscire a essere invisibile grazie a un mantello e a un albero genealogico ricco di avi “Special” con superpoteri. Poi di riuscire a essere invincibile grazie a una mamma “speciale” (Valeria Golino) e al potere dell’amicizia.
Un’avventura fantasy che consentirà al protagonista di prendersi qualche piccola soddisfazione contro i bulletti della scuola, ma soprattutto di diventare grande entrando in un mondo adulto in cui non è più così facile distinguere buoni e cattivi.
Di sicuro riuscirà a non essere più invisibile.
Una pellicola originale, una storia avvincente, citazioni che scavano nell’immaginario di grandi e piccini. Un Uomo Ragno all’inizio, il faro d’ispirazione batmaniana e poi c’è Stella che aprendo la finestra per far entrare Michele ricorda la pietra miliare di tutte le storie adolescenziali: una certa Wendy e un ragazzino volante in calzamaglia verde che proprio non voleva crescere…